Ricordo quella notte in cui scendeva silenziosa la neve. Era stato fissato il ricovero per il giorno dopo e io proprio non volevo andare. Quella nevicata era un segno: dovevo aspettare. Le contrazioni durante la notte si erano fatte sentire ma con la luce del giorno erano svanite. La mattina dopo ci svegliammo ed era tutto bianco, bloccati dalla neve non potei che starmene a casa con mio figlio più grande e mio marito a divertirci in giardino.
Decisi di farmi ricoverare a 41 settimane e 2 giorni, stavolta sentivo la necessità di concentrarmi e allontanarmi da tutti.
La mattina del ricovero salutai il mio ometto, mi scese una lacrima e pensai "quando ritornerò sarà tutto diverso, saremo un'altra famiglia e tu, piccolo mio, sarai il più grande!".
Inizia la storia del mio secondo parto...
Arrivo in ospedale, mi assegnano la stanza e subito faccio amicizia con le altre ragazze. Il primo giorno mi visitano e le solite contrazioni della notte mi avevano portano a una dilatazione di un centimetro, collo dell'utero morbido ma ancora alto. Acconsento a farmi fare uno scollamento delle membrane nella speranza che si avvii il travaglio.
Passo due giorni così, in attesa - un'attesa condivisa insieme alle altre mamme del reparto. Ogni tanto una di loro entra in travaglio e dopo qualche ora torna stanca ma felice. Oh, quanto ho desiderato in quei momenti avere anche io quell'espressione sul volto!
Il 1 Marzo passo la giornata a piangere disperata, ormai penso solo all'imminente cesareo, non ci credo più. La sera il ginecologo mi chiama per il monitoraggio, gli chiedo l'orario in cui mi avrebbero operata ma risponde solo "La notte è lunga, mangia e bevi quello che vuoi, rilassati, e poi sta notte c'è anche luna piena!" e mi fa l'occhiolino.
Torno in stanza e decido di mettere la stessa camicia da notte bianca che ho scelto per il travaglio. Mi siedo su una sedia, chiamo i miei uomini, mi faccio un altro piantarello e do loro la buonanotte. Ma in realtà non ho sonno così resto un altro po' a parlare con le mie amiche su WhatsApp.
Improvvisamente sento una fitta in basso, faccio un urlo, mi alzo e inizio a perdere del liquido amniotico. Spaventata chiedo alle mie compagne di stanza come comportarmi, non ci sto capendo nulla ed esse chiamano di corsa l'infermiera, mentre io sono piegata dai dolori.
Faccio appena in tempo a chiamare mio marito dicendogli che qualcosa sta accadendo e che deve precipitarsi da me.
Corro in sala travaglio, a questo punto le contrazioni non mi danno tregua: sono fortissime, ogni 40 secondi.
Le ostetriche non sanno chi seguire, siamo in tante a danzare quella notte sotto la luna piena, si sentono urla e gemiti da ogni dove.
Mi visitano e mi trovano dilatata di 6 cm, fantastico! Mi dicono "continua così, nascerà tra poco!". Rimango sola e inizio a respirare forte ad ogni contrazione. Dopo 10 minuti sento una forte necessità di spingere, lo dico alle ostetriche e mi confermano che sono al massimo della dilatazione…cavolo tocca solo spingere ora!
E proprio in quel momento arriva Stefano con una faccia terrorizzata, e mi trova pronta a spingere, mi sento ancora più carica con lui vicino. La fase espulsiva è più difficile però mi sento sicura di me, mi sento una leonessa e intorno ho solo persone fiduciose da cui attingo per trovare la forza. Cambio posizione e mi metto a carponi, passano 30 minuti ed ecco che proprio nel momento in cui mi sto per arrendere che devo invece trovare tutta la forza possibile per l'ultima spinta, mi sento liberare di un qualcosa, la gioia intorno esplosiva e poi quel pianto. Ce l'ho fatta! Ce l'abbiamo fatta! Alle ore 00:36 nasce Gabriele.
Me lo mettono addosso ancora legati dal cordone ombelicale, restiamo così per un po', poi il papà taglia il cordone. Ci trasferiscono in una stanza e restiamo pelle a pelle, il papà anche lì con noi, è stata un'ora piena di magia, oddio quanto era profumato questo cucciolo! Io sono incredula, ho paura di svegliarmi da questo fantastico sogno.
La ripresa è stata velocissima in confronto al cesareo.
La riuscita di questo splendido vbac è avvenuta anche grazie a tutte le persone che mi hanno sostenuta lungo questo percorso. Il progetto Millemamme mi ha dato modo di poter avere a fianco psicologhe e persone preparate, ma soprattutto amiche.
La mia ostetrica Pamela che non mi ha mollato un minuto ed mi ha portata a questo parto con grande preparazione. Questa volta ho avuto la possibilità di partorire in modo rispettato e secondo le mie volontà. Consiglio a tutte questo tipo di percorso: non rimanete sole, chiedete e informatevi il più possibile.
Elisa, Stefano e il piccolo Gabriele
Siete fantastici😍😘
Fiorella en