Loose parts e gioco destrutturato. Una preziosa occasione di apprendimento.
Sempre più spesso mi capita che i genitori mi chiedano consigli sui giochi da far fare ai più piccoli: quali giocattoli, quali materiali e quali attività proporre al fine di catturare la loro attenzione e il loro interesse il più a lungo possibile.
Soprattutto in fase di lockdown è cresciuto l’interesse dei genitori nei confronti dell’argomento gioco sia per la quantità di tempo trascorsa a contatto diretto con i propri piccoli, sia per riuscire a impegnare i bambini in attività da svolgere prevalentemente tra le quattro mura di casa.
A causa del mio inguaribile ottimismo trovo che la permanenza a casa sia un’opportunità per riscoprire le relazioni familiari autentiche e soprattutto per comprendere meglio le esigenze dei nostri piccoli. Responsabilità che spesso, a causa del tran tran quotidiano, deleghiamo ad educatori, insegnanti, babysitter, ecc.
Premetto di non avere un approccio pedagogico univoco: non mi piacciono gli schemi senza via di fuga, pertanto non parlerò di un metodo peculiare, ma cercherò di concentrarmi sul risultato atteso. E questo perché si educa nella complessità del presente, nella diversità e singolarità di ogni persona (adulto o bambino), nella particolarità della relazione, nella specificità del contesto.
Quali giochi piacciono ai bambini? Con cosa conviene farli giocare?
Può un giocattolo “classico” (che abbia un uso e un fine ben definiti) fornire a un bambino gli stimoli di cui ha bisogno? E siamo sicuri che un giocattolo tradizionale possa essere ugualmente benefico per tutti i bambini?
Lo strumento più importante che possediamo è la fantasia, e di questa dobbiamo nutrirci e permettere che si nutrano i nostri bambini.
Ai bambini piace sperimentare, cambiare l’uso alle cose, inventare, capovolgere, muoversi, testare. E la vera risposta a questo turbine di competenze sono i materiali che non hanno un fine o delle regole specifici.
Il pedagogista ludico Antonio Di Pietro sostiene che manipolare, smontare, legare, rompere, accostare, versare, riempire, allineare, costruire, osservare, sentire e ascoltare sono abilità che i materiali non strutturati incentivano facendo crescere i bambini al meglio. Li aiutano a pensare e immaginare giocando un “gioco imperfetto così importante nella nostra realtà ad alta definizione”, un fare che li accompagna nella poesia e nella bellezza del mondo.
L'importanza delle Loose Parts e del gioco destrutturato
La risposta sono dunque i loose parts (letteralmente pezzi sfusi) ovvero materiali e giochi non strutturati che incrementano le opportunità di esplorazione del bambino, che gli consentano dunque di essere curioso e creativo ma soprattutto di dirigere autonomamente i propri giochi. Al contrario, quindi di un gioco elettronico o da qualsiasi altro giocattolo strutturato, è il bambino l’attore e può decidere come manipolare i materiali e costruire il proprio gioco.
Ecco alcuni esempi di giocattoli che permettono attività non strutturate: i Ciottoli e le Conchiglie di EDX Education, la Lola di Grapat, le Ciotole da inserire, i Ciottoli traslucidi.
Sono tutti giochi aperti da utilizzare in attività senza regole, senza sequenze specifiche, obiettivi e aspettative. Non c'è nessun modo giusto o sbagliato di agire nello stimolare immaginazione, linguaggio, problem solving, cooperazione, giochi di ruolo, creatività e sperimentazione, curiosità e meraviglia. Sono tutte preziose opportunità di apprendimento sempre a misura degli interessi e dello sviluppo psicofisico del piccolo, di fatto dunque nessun materiale diventa inutile dopo una certa età, ma può offrire sempre nuove opportunità in base all’uso che il bambino ne farà con la sua creatività.
Si attivano in questo modo nel gioco del bambino complessi meccanismi di ragionamento ed apprendimento che sono duraturi a partire dalle prime esperienze sensoriali e senso-motorie, per poi amplificarsi nella complessità del gioco simbolico.
Il gioco destrutturato permette nei primi due anni di vita di conoscere le proprietà fisiche degli oggetti e di sperimentare e conoscerli attraverso i cinque sensi. Aiuta a comprendere le loro reazioni a determinate azioni e di sviluppare la manualità fine.
Loose Parts in evoluzione
Dopo i due anni e fino ai sei, il bambino si approccia alla sperimentazione e alla scoperta del mondo circostante ogni giorno più complessa. Il simbolismo diventa il fulcro del gioco e il bambino inizia a riprodurre piccoli frammenti di scene della vita reale quotidiana e li usa e trasforma in base ai suoi bisogni e alle sue paure. Questo gli permetterà di sviluppare la sua soggettività, di maturare nelle relazioni, di comprendere e gestire le sue emozioni.
Materiali per il gioco destrutturato
Si possono usare oggetti e materiali da riciclo o raccolti in natura, stoffe, barattoli, tappi, sassi, legnetti, conchiglie, ecc.
Ogni singolo oggetto può avere mille usi singolari o essere incluso in attività complesse: una scatola di medio-piccole dimensioni sarà casetta, recipiente, tamburo, cappello e chissà…il “pensiero simbolico” farà il resto del lavoro!! “Trattare le cose pensando che siano qualcosa di altro, è l’inizio di questa importante abilità, ed essere in grado di usare simbolicamente gli oggetti, rappresentandosi qualche cosa d’altro rispetto a quello che realmente sono, è collegato all’evoluzione del linguaggio nei bambini”. (Hirsh Pasek e Golikoff 2003)
Possiamo scegliere tra le mille risorse che la casa e la natura ci offrono, oppure affidarci alle creazioni sapienti e ai meravigliosi materiali che si trovano in commercio studiati apposta per supportare l’invenzione dei bimbi. Ad esempio tutti i giocattoli in legno del marchio Grapat sono perfetti, e in particolare la linea Mandala permette di creare delle vere e proprie meraviglie!
Infine lasciatevi coinvolgere anche voi nel magico e creativo mondo dei bambini e osservateli: vi mostreranno la meraviglia del loro mondo interiore e potranno comunicarvi sentimenti, paure, ansie, bisogni non ancora traducibili in parole, ma urgenti da accogliere e gestire.
A cura di Selenia D’asaro
Mamma, Pedagogista e Consulente di babywearing