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Un pensiero sul babywearing

Un pensiero sul babywearing

Un pensiero sul babywearing

C'era una volta un tempo in cui non si doveva andare ad incontri informativi per conoscere la pratica del babywearing. Era tutto naturale, tramandato da madre a figlia, da donna a donna. Bastava un pezzo di stoffa non troppo grande per poter portare il proprio bambino con sé, era così semplice era così normale, che nessuno faceva caso ai quei bimbi dormienti sulla schiena delle proprie madri.

Eppure per noi adesso è un modo nuovo ​​di accudire i bambini, un po’ strano al dire di alcune persone come se le carrozzine e i passeggini fossero sempre esistiti nella vita dell'uomo.

Nonostante ciò, riaffiorano dalla storia le testimonianze (e ce ne sono tante) di bimbi portati dalle loro mamme. Quant'è bello l'affresco di Giotto, la Fuga in Egitto, dove è rappresentata Maria seduta su un asino che porta suo figlio grazie a un tessuto annodato al collo? Ed alcuni momenti di vita resi immortali da foto antiche. E tutt'ora molte culture portano per tradizione.

E allora com'è possibile che tutto questo sia stato dimenticato?

A tal punto da rendere il babywearing un mondo nuovo, ancora per molti sconosciuto? Il consumismo, con l'avvento dei surrogati materni (carrozzine, passeggini, sdraiette ecc…), l'isolamento delle madri caricate di troppe responsabilità ha permesso questo.

Ma l'istinto, la natura prima o poi tornano a galla! Più forti, più belli che mai! Come una leonessa che combatte per i suoi cuccioli l'istinto di ogni mamma esce fuori ruggendo! Urlando di una forza dentro incontrastabile! Un fuoco mai spento, un istinto risorto che si ribella ai pregiudizi e combatte l'ignoranza. Perché il contatto con i propri figli è qualcosa di puramente naturale che non potrà mai essere sostituito e mai sarà soffocato. Non c'è niente di più bello e giusto che creare un buon legame con i propri figli in modo da assicurare in lui una propria sicurezza affettiva. Perché un giorno quei bimbi saranno genitori e saranno il nostro specchio. Dobbiamo dare il giusto esempio e possiamo farlo. Possiamo cambiare, spezzare questa catena invisibile ma velenosa che ci ha costretto a creare un muro con i nostri bimbi per “non fargli prendere il vizio”.

Può essere un vizio richiedere il contatto con il proprio genitore? No, non lo è. È un bisogno essenziale dell'essere umano e non può rimanere inascoltato.

Dott.ssa Katia Corrente infermiera professionale, consulente babywearing

Il Dolce Abbraccio - Opera nella zona di Reggio Calabria

 

 

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